Dopo aver parlato delle differenti sotto zone del Chianti Classico, ci sembrava doveroso raccontare di come il “Chianti Classico” fosse effettivamente nato a livello di istituzione. In questo breve articolo parleremo di una serie di curiosità legate all’origine del Chianti Classico e alla sua storia. Inizieremo parlando dell’origine del nome, dato che il nome è quell’attributo che ci identifica, è perciò corretto iniziare da qui: Dobbiamo anzitutto sottolineare che l’origine del nome Chianti non è a tutt’oggi certa. In passato si è dibattuto molto su quale fosse l’etimologia di questa parola. La tesi più accreditata è che derivi dal termine Etrusco “Clante”. Questo termine stava ad indicare l’acqua. Inoltre recenti studi hanno confermato che si trattava anche di un nome frequente tra le famiglie aristocratiche Etrusche.

L’origine Etrusca

Il nostro “viaggio” inizia da qui- Proprio dagli Etruschi.

Questo popolo comprese immediatamente le potenzialità dal punto di vista agricolo di questa zona. Amanti del vino, introdussero quindi la vite e diedero vita alla produzione vinicola di questa zona- anche se per loro il vino più che una bevanda era una sorta di cibo. Venivano infatti aggiunti spezie e in alcuni casi formaggi alla bevanda.Probabilmente poco dopo con l’arrivo dei Romani, si passò ad avere una concezione del vino più simile a quella che abbiamo oggi.

Tornando al nostro viaggio, come abbiamo già detto furono i Romani a succedere al dominio Etrusco. Il dominio romano portò enormi benefici, e un’epoca di prosperità per il Chianti iniziò.

In queste zone estremamente vocate,la produzione di vino era ottima. Il bestiame poteva pascolare libero con cibo in abbondanza e la produzione di olio era fiorente.

Con la caduta dell’Impero Romano iniziò però un periodo di fortissima crisi economico-sociale che si risolse soltanto, a partire dall’anno mille.

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 Le guerre Fiorentino-Senesi

Importante inoltre per capire come sia nato il Chianti classico  sottolineare il ruolo che Firenze e Siena  hanno avuto  nella definizione dei confini geografici di questa zona, Le  due città hanno combattuto più volte nel corso dei secoli e uno dei motivi che spinse le due parti a questa faida fu proprio,  l’egemonia sul territorio dell’odierno Chianti Classico.

Piccolo paradiso in terra, l’area del Chianti, rappresentava una risorsa dal punto di vista dell’agricoltura e delle materie prime di vitale importanza.

 La leggenda

In Chianti  abbiamo una leggenda che narra di come si sia  arrivati ad un accordo riguardo i confini effettivi delle due aree. Si racconta che le due città ormai esauste dopo decine di anni di guerre decisero di “sistemare la questione” una volta per tutte con una soluzione pacifica.

Scelsero dunque due rappresentanti ciascuno, un cavaliere ed un gallo.

Al mattino della competizione, una volta che il cavaliere avesse sentito cantare il gallo si sarebbe messo in viaggio e nel momento in cui avesse incontrato la sua controparte, lì in quell’esatto punto avrebbero tracciato la linea di confine.

Il motivo che spinse le due città all’utilizzo di questo bizzarro metodo, era che partendo entrambi al canto del gallo, all’alba, i due cavalieri si sarebbero incontrati precisamente a metà strada.

Ma ovviamente, come in tutte le grandi storie, le cose non vanno mai come ci si aspetta:

I senesi, che avevano scelto un gallo bianco, nella giornata precedente alla gara, avevano nutrito più che abbondantemente l’animale. I fiorentini invece scelsero un giovane gallo nero che tennero a digiuno.

Il risultato è presto detto – il gallo bianco, sazio come era continuò a dormire fino a giorno inoltrato. Il gallo nero cominciò il suo canto molto prima dell’alba. Permettendo quindi al cavaliere Fiorentino di partire in netto vantaggio.

È quindi in suo onere che oggi sulle bottiglie dei vini Chianti Classico troviamo un Gallo Nero.

Il cavaliere fiorentino incontrò il suo rivale a circa 12 km dalla città di Siena al castello di Fonterutoli (Che oggi risulta essere nella zona di Gaiole in Chianti) dove decretarono il confine.

 La Lega del Chianti

Procedendo con il nostro “viaggio” è doveroso parlare della Lega del Chianti.

La fondazione di questo ente amministrativo risale al 1384. In sostanza può essere descritto come un’alleanza politico-militare che amministrava il territorio del Chianti per conto della Repubblica Fiorentina.  Ovviamente dal 1300 iniziamo anche ad osservare un aumento della produzione vinicola di questa zona, e la creazione di un sistema di scambi commerciali più funzionale con altre zone della Penisola Italiana.

Solo nel Seicento però la produzione del vino aumenta in maniera esponenziale, così come le sue esportazioni. Si iniziò ad esportare in tutta la area Europea e in particolare in Inghilterra.

Negli anni avvenire si renderà quindi necessario la creazione di un nuovo sistema di regolamentazione e gestione della produzione viti-vinicola di questa zona.

L’Editto

Arriviamo così al fatidico 24 Settembre 1716. Quando il granduca Cosimo III De’Medici emanò il bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d’Arno di Sopra.”

Con questo bando si andava a stabilire una serie di leggi e regolamentazioni per il controllo della produzione di vino. Inoltre, sanciva la creazione di 4 aree specifiche di produzione: Chianti, Carmignano, Pomino e Valdarno di Sopra.

Grazie a questo bando, si stabiliva, che nessun vino prodotto al di fuori di queste zone, potesse essere commercializzato con il nome Chianti. Dobbiamo tenere presente, che tre di queste aree hanno dato in tempi moderni origine a specifiche DOCG: Il Chianti ha dato vita all’attuale Chianti Classico, Pomino al Chianti Rufina e Carmignano al Chianti Montalbano. Solo il Valdarno di Sopra non ha avuto ulteriori sviluppi in questo senso.

Importante inoltre sottolineare come di fatti questo editto emanato nel 1716 sancisse la nascita della prima zona vitivinicola controllata e garantita. Una sorta di DOC ante litteram. In sostanza è la prima “appellation” vinicola del mondo, ancora prima di Bordeux, regione nella quale solo nel 1852 venne creata la prima Appellation d’origine contrôlée.

1924- Consorzio del Chianti Classico

Taste Chianit Classico via wine tastings and degustations

La necessità di denominare un vino come Chianti Classico nasce quando un numero sempre maggiore di produttori di qualità inferiore ha iniziato a distribuire vino utilizzando l’appellativo Chianti e i confini geopolitici di questa area vitivinicola sono diventati effettivamente sempre meno chiari. Nel 1924 quindi un gruppo di 33 produttori originariamente di Radda in chianti, si riunì. Sancendo coì la creazione del Consorzio del Chianti Classico. Ciò venne fatto nel tentativo di tutelare la qualità e il patrimonio dei vini del Chianti originario.

Mentre l’obiettivo principale del Consorzio del Chianti Classico era quello di stabilire e differenziare la produzione di vini di qualità dagli altri vini denominati Chianti, l’obiettivo del governo era incentrato semplicemente sulla produzione di grandi quantità  tralasciando l’aspetto qualitativo. Così per aumentare la produzione in termini numerici, decisero di creare 7 sotto regioni che potevano utilizzare l’appellativo Chianti. Tuttavia, sfortunatamente questa divisione non è stata fatta basandosi sul terroir delle varie subzone o basandoci, ad esempio su specifiche differenze climatiche e geologiche.In definitiva è servita di più per ragioni amministrative e politiche, minando così il tentativo di innalzare lo standard di qualità da parte del consorzio.

Nel 1967 è stata creata la DOC Chianti. La DOC  è una certificazione di standard di qualità sostenuto dal governo che indica che il prodotto (il vino, in questo caso) è “controllato” e certificato e dunque rispetta le norme che regolano la produzione vitivinicola della  regione in questione. In questo caso, la DOC stabiliva che il vino Chianti doveva essere prodotto con il 70-90% di vitigni a bacca rossa e il 10-30% di vitigni a bacca bianca. Questo ha completamente minato tutti i tentativi di stabilire un controllo di qualità, e ha sconvolto molti produttori.

Nel tentativo di favorire lo sforzo di stabilire uno standard di qualità per i vini del Chianti, nel 1984 è stata istituita la DOCG Chianti. La “G” aggiunta alla fine della certificazione “DOC” stava a indicare che il vino era “controllato e garantito”. Anche se tutto sommato, come si può immaginare, questo non ha migliorato di molto la situazione.

Solo nel 1996 il Chianti Classico è stato finalmente riconosciuto come  DOCG a sé stante, e non più solo una come sotto zona del Chianti. Questa DOCG  possiede  un proprio regolamento, che stabilisce che il vino deve essere 80 – 100% Sangiovese, e può essere composto fino al 20% di altri vitigni a bacca rossa. Si possono utilizzare sia vitigni autoctoni sia vitigni di origine internazionale.

Questo è stato un enorme passo avanti nel definire lo standard qualitativo e lo stile di questi vini. Ad oggi abbiamo quindi un prodotto denominato Chianti Classico  che risulta essere facilmente riconoscibile rispetto ad un Chianti Base (proveniente quindi da una delle altre sette zone).Il Chianti per così dire “generico” tende ad essere un vino meno complesso e che si presta meno volentieri ad un invecchiamento e una maturazione prolungata.

Importante inoltre sottolineare il progresso ottenuto grazie al progetto Chianti Classico 2000, un ambizioso progetto di ricerca che si prefiggeva di identificare i cloni specifici di Sangiovese in ogni regione e come coltivarli al meglio per ogni specifico terroir. Questo progetto è durato circa 16 anni e ha identificato 239 cloni di Sangiovese nella regione. Queste informazioni sono state messe gratuitamente a disposizione del pubblico e dei viticoltori per aiutare ad implementare la produzione di vino di qualità. Questo ha fatto sì che anno per anno si riuscisse a sviluppare al meglio le tecniche di produzione e coltivazione in questa nostra zona chiamata Chianti Classico, dove il territorio parla attraverso il vino. 

Abbiamo quindi visto la storia di questa regione. La storia di questi vini, e di come sono arrivati ad essere una istituzione a livello mondiale.

In definitiva il Chianti Classico è  una regione vitivinicola tutta da scoprire, dove tradizione, territorio e amore si fondono per creare vini unici.

Vi aspettiamo.

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