Se c’è una cosa che chiunque può notare, dall’esperto più navigato fino al beginner, è che quando ci si trova di fronte ad un grande vino lo capiamo dal fatto che il suddetto vino ci darà una immagine definita e reale di quello che è il territorio da cui proviene.

Ci racconterà la sua storia, in maniera diretta, chiara ma soprattutto coinvolgente.

Esiste un termine, che i Francesi hanno inventato, che molto probabilmente qualcuno già conoscerà: stiamo parlando della parola Terrior.

Si utilizza questa terminologia per spiegare il rapporto che lega un vitigno al microclima e alle caratteristiche minerali del suolo in cui è coltivato, ma non solo, anche alla topografia di una vigna così come allo stile scelto dal produttore. Ciò determina ovviamente il carattere e l’unicità del vino stesso.

Analizzando il suddetto rapporto capiamo come una stessa tipologia di vitigno cresciuto in due luoghi diversi per clima, composizione geologica, diversa esposizione del vigneto e con una storia dal punto di vista di tecnica viti-vinicola diversa dia un risultato così diverso.

Il terroir di una determinata zona risulta essere di gran lunga l’elemento più importante, forse anche più importante del vitigno stesso.

Chianti Classico casa Nostra:

 

 

Alberese, galestro, macigno del Chianti, Pietraforte.

Queste le principali tipologie di suolo che caratterizzano questa zona così fortemente vocata,

Queste le principali motivazioni per le quali in quest’area ancora prima che si capisse come produrre un gran vino abbiamo sempre riscontrato una fortissima attitudine alla coltivazione di vigneti.

Il Vitigno principe di queste zone, è il Sangiovese che in questi luoghi ha da secoli trovato la sua casa.

Quest’uva in ognuna delle diverse sottozone del chianti classico trova una diversa dimensione in cui crescere. Assorbe dal territorio, dal clima e dalle persone un qualcosa di peculiare ed unico.

 

Partiamo dunque con una breve descrizione di quelle che sono le caratteristiche delle suddette sottozone.

Iniziamo da San Casciano In val di Pesa: area a cavallo tra due vallate dei fiumi Pesa e Greve. Due zone diverse ma che in comune hanno la tipologia di coltivazione a terrazzamenti che danno sulla valle. È una zona di confine, con caratteristiche peculiari che risulta essere diversa dal resto del Chianti Classico. Grazie alle sabbie argillose i vini assumono un carattere elegante, mai irruento ma comunque deciso.

Greve in Chianti è il territorio che forse presenta la maggior variabilità in termini di morfologia, condizioni microclimatiche e suoli. Ma i vini prodotti hanno degli elementi imprescindibili in comune, vini gentili in cui l’iris e la viola fanno da padrone a livello di sentori.

Panzano in Chianti, anche se a livello di confini amministrativi risulta essere all’interno del comune di Greve in Chianti merita un discorso a sé stante. È una zona dove lo stile incisivo e il senso pratico dei suoi viticoltori ha da qualche anno consentito di istituire un bio-distretto di ampia superfice. Il Terroir è caratterizzato da prevalenti terreni galestrosi con quote medie oltre i 400 metri e con prevalente esposizione a solatio. I vini si presentano in maniera abbastanza raffinata, robusti. Risultano avere ottime strutture e un colore profondo.

Procedendo verso sud incontriamo il territorio di Radda in Chianti caratterizzato da quote medie oltre i 400 metri con la parte orientale che presenta terreni arenacei e le altitudini più elevate. Vini di estrema finezza, bellissima acidità, freschezza ed eleganza e che soprattutto possono e devono prendersi, il giusto tempo per maturare. Sono vini che non hanno e mai avranno fretta.

 

 

Queste caratteristiche sono condivise in parte con i vini di Lamole, piccola sottozona che vede la sua unicità nei suoi fitti terrazzamenti e nella altitudine media di oltre i 600 metri sul livello del mare. Da notare anche il fatto che i vigneti di questa zona sono interamente esposti a Solatio.

Per quanto riguarda un’altra zona che presenta altitudini importanti, circa 500 metri sul livello del mare è Castellina in Chianti, caratterizzata da suoli derivati dai calcari marnosi dell’alberese che donano vini più freschi e da argille marnose, nella parte meridionale, che donano invece vini che presentano una maggior corposità e se vogliamo, anche una maggior “dolcezza”.

Arriviamo adesso in questo nostro breve viaggio a Gaiole in Chianti: Morfologia del territorio molto simile a quella di Radda in Chianti ma con quote medie leggermente più basse, abbiamo vini innovativi ed equilibrati, ottima la freschezza e un tannino più deciso.

L’estremo confine a sud del territorio del Chianti Classico, quasi nelle terre senesi, è Castelnuovo Berardenga. Per quanto riguarda lo scenario meramente geologico è quello più variegato

Terra di confine, dove le colline del Chianti Classico lasciano spazio ad uno scenario più tipico dei paesaggi Senesi.

I vini assumono un carattere di pienezza e spessore, bellissima sapidità, sentori di frutta più scura e la parte floreale risulta essere molto meno accentuata.

Questo breve resoconto di quelle che sono le caratteristiche che il nostro Sangiovese assume nelle varie sottozone ci fa capire quanto il “discorso Terroir” sia effettivamente cruciale. I vini Chianti Classico hanno ovviamente tantissimi punti di contatto fra loro ma ogni singola zona, addirittura potremmo dire, ogni singola azienda è un mondo a sé stante che riserva delle sorprese e in cui vale la pena perdersi.

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