Stiamo vivendo un periodo difficile per via del Coronavirus. Una pandemia che sta colpendo in tutto il mondo. Per colpa dell’isolamento o del blocco in atto, l’economia è in difficoltà. Nonostante i problemi attuali l’ambiente è in fiore. Proprio ora che le persone viaggiano meno. Questo significa che la natura è meno inquinata.

Ambiente e Qualità nella Produzione Vinicola

Quando si parla di viticoltura e di vino in Italia, potreste pensare che sia tutto facile, vero?

O si è più un’azienda vinicola convenzionale o si è biologici.

E allora la biodinamica?

Quindi, si può essere convenzionali, biologici o biodinamici.

Beh, sì, ma in realtà non è tutto qui.

Ovviamente la quarta alternativa è il vino naturale.

E il ‘vino libero’?

Le diverse categorie comprendono molti livelli diversi. Probabilmente anche di più di quelli di cui parleremo in questo articolo. Ovvero: il vino convenzionale e il ‘vino libero“, il vino biologico, biodinamico e naturale. Partiamo dai vini biologici e biodinamici per poi passare alle altre categorie di produzione vinicola.

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Source: www.thecookstays.com

Vino biologico

Cos’è il vino biologico?

Il vino biologico può essere spiegato in modo semplice. E’ un vino prodotto con uve coltivate biologicamente.

Il padre fondatore delle teorie dell’agricoltura biologica è considerato il botanico inglese Albert Howard. Il quale per molti anni ha fatto ricerche per l’Impero Britannico in India. Un altro protagonista, ovvero colui che ha coniato il termine “agricoltura biologica”, è stato Walter James, 4° Barone Northbourne, nel 1939. (Vedi il nostro articolo sull’agricoltura biologica a Montemaggio.) L’idea dell’agricoltura biologica è stata sviluppata come un modo per trovare soluzioni ai problemi presenti. Tra questi: l’impoverimento del suolo, l’erosione, la diminuzione dell’efficacia delle varietà vegetali, ecc.

Oggi, sempre più aziende vinicole iniziano a capire l’importanza di diventare biologiche. Abbandonando così  l’uso di prodotti chimici e additivi nel vigneto e nel processo di vinificazione. In cantina è autorizzato l’uso di una serie di additivi come enzimi animali, colla di pesce, gelatina, resine, lievito, ecc. Per essere certificato come vino vegano, è necessario eliminare tutti gli additivi di origine animale.Nell’agricoltura biologica, il rame e lo zolfo sono utilizzati per proteggere le viti da malattie fungine. Come ad esempio diversi tipi di muffa. L’agricoltura biologica in Europa e l’uso regolamentato di rame e zolfo sono chiaramente definiti nelle norme generali dell’UE.  Precisamente nel Regolamento (UE) 834/2007 e nel Regolamento (UE) n. 203/2012 (quest’ultimo relativo ai limiti di solfiti aggiunti).

C’è una sostanziale differenza tra il vino biologico in Europa e in Canada rispetto agli Stati Uniti. In Europa e in Canada, il vino biologico può contenere solfiti aggiunti. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, non è consentito nei vini biologici.

Conosci il tuo gusto di vino? Da convenzionale al naturale.

Vino biodinamico

Il vino biodinamico può però essere considerato come il passo successivo del concetto di agricoltura biologica. Oltre ad aggiungere un lato astrologico, mistico e spirituale, presentato dal filosofo austriaco Rudolf Steiner negli anni Venti. L’agricoltura biodinamica ha una visione olistica della natura. Ciò significa che considera un’azienda agricola come un organismo o un ecosistema chiuso o autosufficiente.L’agricoltura biodinamica prevede l’utilizzo di diversi estratti di erbe e minerali. Così come di letame di mucca, che vengono spruzzati sulla terra e sulle viti, oltre che nel composto. Si ritiene inoltre che la costellazione della luna e i pianeti abbiano influenza sul ciclo di crescita vegetativa. Ciò è in linea con le antiche pratiche e credenze agricole.

La ricerca ha dimostrato che le tecniche biodinamiche possono migliorare la qualità del suolo.

Molte cantine non sono completamente biodinamiche. Scelgono comunque di adottare solo alcuni metodi biodinamici, spesso legati alla gestione del vigneto. Sta diventando sempre più una teoria e un metodo agricolo che viene utilizzato per salvaguardare il territorio. Ma non solo, infatti contribuisce anche alla qualità e la salute dei vostri prodotti. L’Associazione Demeter è l’organo che si occupa della certificazione per l’agricoltura biodinamica.Alcune cantine biodinamiche utilizzano addirittura cavalli da tiro per arare il terreno nel vigneto. Il lavoro necessario per addestrare i cavalli da tiro e per imparare i meccanismi può richiedere tempo. Nel lungo periodo, però, i benefici ne valgono la pena. L’uso dei cavalli da tiro è più economico e riduce l’impatto sull’ambiente.

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Source: www.vinepair.com

Vino naturale

Durante la scrittura di quest’articolo, era stato appena annunciato il riconoscimento e l’approvazione, da parte delle autorità francesi, della produzione di vini naturali. I vini prodotti all’interno di questa nuova denominazione vengono etichettati come “vin méthode nature”. (Vedi “France Officially Recognises Natural Wine in The Drinks Business”.)

Per il resto, in altri paesi, non esistono ancora denominazioni riconosciute per i vini naturali. In Italia ci sono due maggiori associazioni, Vin Natur e Vini Veri. Vin Natur è stata fondata nel 2006 con Angiolino Maule al timone e annovera 170 produttori provenienti da 9 diversi paesi europei. Vini Veri si definisce come un consorzio e ha come soci principalmente produttori italiani.

Cos’è il vino naturale?

Alcuni di voi potrebbero pensare che si tratti di vino prodotto da una cantina biologica o biodinamica. Una cantina che si spinge un po’ più in là. In realtà, però, in Italia non c’è una regolamentazione che stabilisca se si debba essere convenzionali, biologici o biodinamici. Ovviamente è meglio se si è certificati biologici o biodinamici.

Ecco quello che è importante:

  • Essere indipendenti come cantina;
  • Non usare pesticidi o prodotti chimici nel vigneto;
  • Raccogliere a mano l’uva durante la vendemmia;
  • Non usare additivi o lieviti selezionati in cantina;
  • Utilizzare solo fermentazione spontanea con lieviti naturali;
  • Non aggiungete solfiti o il meno possibile.
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Source: www.winefolly.com

Vino convenzionale

Cos’è il vino convenzionale? E’ davvero così cattivo?

La maggior parte dei vini sono ancora prodotti in modo convenzionale. Ci sono molti vini buoni e ben fatti prodotti da cantine convenzionali.Le cantine convenzionali possono ricorrere a prodotti chimici come diserbanti, pesticidi nel vigneto e additivi in cantina. L’uso di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura è iniziato nell’era della seconda guerra mondiale. Era, ed è, un modo efficace per tenere lontane le malattie e gli insetti.  Ovviamente dal vigneto. Naturalmente l’uso di prodotti chimici non è salutare né per il suolo né per le persone.

C’è un’altra parte della gestione convenzionale chiamata lotta integrata. Si tratta di un modello in cui l’uso di interventi chimici e tossici è mantenuto ad un livello molto ridotto. Ovvero, ad un livello economicamente giustificato e che presenta un rischio minimo per l’ambiente e la salute delle persone. Una combinazione tra la gestione integrata convenzionale dei parassiti e l’agricoltura biologica è il metodo “Vino Libero”. L’Associazione “Vino Libero” è stata fondata da un gruppo di aziende vinicole dal nord al sud d’Italia e da una distilleria.

L’associazione si definisce come un modello dinamico. Un modello in cui si coniuga la cura del suolo a favore della tutela dell’ambiente e del beneficio economico. Nel vigneto si cerca di non utilizzare prodotti chimici e di ridurre del 40% l’uso di anidride solforosa in cantina.

Vineyard at Montemaggio

Verso Vini Più Salutari

Oggi la tendenza è quella di valorizzare l’ambiente e di favorire metodi di coltivazione sostenibili. Sempre più aziende vinicole si stanno muovendo in questa direzione. L’obiettivo è quello di ottenere la certificazione biologica. Evitando l’uso di erbicidi o pesticidi nei vigneti. L’attenzione all’ambiente e alla salute delle persone è oggi fondamentale. Tuttavia, il vino convenzionale e le diverse versioni di agricoltura e vinificazione convenzionale rappresentano ancora una parte importante della produzione vinicola in Italia e nel mondo. Molti all’interno della categoria convenzionale si stanno orientando verso un ridotto utilizzo di prodotti chimici. Alcuni stanno diventando sostenibili. Eliminando l’uso di pesticidi, ma evitando di passare attraverso la burocrazia necessaria per diventare biologici certificati.

L’agricoltura biodinamica fa un passo avanti. Si affidanda principalmente agli estratti di erbe e minerali che vengono spruzzati sul terreno e nei composti. Il vino naturale, più che un metodo di coltivazione, è una filosofia di produzione vinicola. Si basa sull’idea di intervenire il meno possibile durante il processo di vinificazione. Nessun uso di prodotti chimici, nessun lievito selezionato, nessuna filtrazione o chiarificazione. Il minor numero possibile di solfiti aggiunti.

Esistono molti tipi di vini diversi.

Alla fine, è tutta una questione di gusto e di quanto l’ambiente e la sostenibilità siano importanti per i consumatori.

Scritto da Katarina Andersson.

Traduzione by Montemaggio.

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