Noi di Fattoria Montemaggio abbiamo parlato spesso sul nostro blog dell’area del Chianti Classico e ovviamente del Consorzio del chianti classico, spiegandone l’origine, la funzione e parlando nello specifico anche delle varie sottozone che si trovano all’interno di questa area.
Cercando di spiegare quanto fosse importante sottolineare la tipicità di ogni zona, e quanto ogni prodotto fosse unico a causa della peculiarità dei vari “terroir” di tutte queste sottozone.
Ed è per questo che siamo così felici di informarvi che vari cambiamenti sono avvenuti all’interno del disciplinare del Chianti Classico.
È stata votata ed approvata, infatti, una nuova legge che andrà a tutelare la tipicità dei vari chianti classico prodotti in differenti sottozone.

Locus, Loci ... Terroir

Sono state dunque individuate e delimitate alcune zone all’interno dell’area di produzione del Chianti Classico, “distinguibili secondo specifici criteri quali riconoscibilità enologica, storicità, notorietà e rilevanza in termini di volumi prodotti: Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (compresi i territori di Barberino Tavarnelle e Poggibonsi), Vagliagli” (fonte Federvini)
Queste sottozone sono state denominate Unità Geografiche Aggiuntive. Questa tipologia di suddivisione non solo terrà conto delle caratteristiche enologiche di un vino, ma anche territoriali e anche storiche. È ovviamente, questo, un modo per andare a sottolineare e esaltare la tipicità dei differenti “terroir”.
Ovviamente ogni singola zona o unità, è possesso di differenti caratteristiche pedoclimatiche e ogni produttore a seconda della zona sosterrà determinate scelte dal punto di vista approccio sia alla viticoltura sia a livello di lavoro in cantina. In più non dimentichiamoci il fattore personale. Differenti palati tenderanno a prediligere determinati vini, conseguentemente a ciò differenti winemaker faranno determinate scelte piuttosto che altre e il vino assumerà dunque caratteristiche uniche ed inimitabili.

Queste UGA inizialmente saranno applicate solo alla tipologia Gran Selezione “con la disponibilità e l’apertura all’uso delle altre due tipologie nel prossimo futuro: una scelta di importanza strategica per rafforzare l’intento delle UG di rappresentare l’eccellenza del territorio, potendo competere, in modo più incisivo, con i più grandi vini del mondo” (fonte Federvini).

Questo cambiamento dal punto di vista di disciplinare aiuterà dunque a valorizzare i singoli territori.

Inoltre, a ciò vi sono stati dei cambiamenti anche dal punto di vista di regolamento di produzione per le Gran selezioni. La percentuale minima di Sangiovese sarà dunque di un minimo di 90% di Sangiovese. E in caso di assemblaggio con altri vitigni, le varietà internazionali non saranno più ammesse, i produttori potranno dunque avvalersi di uve a bacca rossa autoctone fino ad un massimo del 10%.

Queste scelte sono volte a valorizzare al massimo il nostro territorio e la tipicità delle varie zone.

Questo è il futuro del Consorzio del Chianti Classico- massima valorizzazione della tipicità delle varie unità geografiche e massima espressione dal punto di vista della produzione vitivincola. Vini che racconteranno di questa terra meravigliosa, che racconteranno di chi li ha prodotti

Vini capaci di coinvolgere, emozionare e farvi innamorare.

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