Il vino deve essere considerato alla stregua del tabacco? È questo il punto principale all’ordine del giorno dopo il piano dell’Irlanda di apporre serie avvertenze sanitarie sulle bottiglie di alcolici, birra e vino. La proposta è stata accolta con rabbia dai tre principali Paesi produttori di vino dell’UE, seguiti da molti altri Stati membri sostenitori. Questi Stati membri, in particolare Italia, Francia e Spagna, sostengono che il vino non è solo un prodotto di consumo, ma fa parte della loro storia e cultura mediterranea. Tuttavia, l’anno scorso la Commissione europea non si è opposta alla proposta dell’Irlanda di implementare questo nuovo regolamento, il che significa che si andrà avanti su questa strada.

Vediamo più da vicino qual è la posta in gioco…

La proposta irlandese a favore delle avvertenze sanitarie in etichetta

Lo scorso anno, a giugno, l’Irlanda ha informato la Commissione europea della sua intenzione di introdurre una legge che prevede l’apposizione di avvertenze sanitarie sugli alcolici, comprese le bottiglie di vino, per mostrare un chiaro legame tra alcol e malattie gravi. L’Irlanda non ha ricevuto alcuna obiezione dalla Commissione durante la moratoria obbligatoria di sei mesi ed è quindi libera di procedere con i suoi piani. Questo nonostante il Parlamento europeo, l’Italia, la Spagna e altri sei Paesi membri abbiano chiaramente protestato contro questa azione dell’Irlanda. Essi non considerano il vino allo stesso livello degli alcolici, in generale, e sostengono che non abbia gli stessi effetti del consumo di bevande alcoliche forti, così comune nei Paesi nordici.

Il governo irlandese ritiene molto importante poter rendere i cittadini consapevoli dei rischi per le malattie epatiche, il cancro e lo sviluppo del feto delle donne in gravidanza che derivano dall’uso di alcol. L’implementazione delle avvertenze sanitarie e delle relative informazioni sulle etichette dei prodotti, secondo il governo irlandese, renderà possibile ai cittadini fare scelte informate per quanto riguarda il consumo di alcol.

Quando e se il regolamento entrerà in vigore, i produttori di alcolici avranno un periodo di transizione di tre anni per modificare l’etichettatura. Il 6 febbraio 2023, anche l’Irlanda ha notificato all’OMC la sua bozza di regolamento, in base al Public Health (Alcohol) Act 2018, per l’apposizione di etichette di avvertimento sanitario su alcolici, birra e vino. Dopodiché ci sarà un periodo di 90 giorni per i commenti presso l’OMC. Questo sarebbe l’ultimo passo per l’attuazione del regolamento in questione.

https://www.montemaggio.com/can-health-culture-and-legislation-together-improve-the-future-of-wine

Source: www.wein.plus

Fonte: Meininger International

Obiezioni alle avvertenze sanitarie sulle etichette del vino

Soprattutto Italia, Francia e Spagna si sono opposte con forza al progetto dell’Irlanda di etichettare le bevande alcoliche con avvertenze sanitarie. Non sono sicuri che tale iniziativa dell’Irlanda sia in linea con le regole del mercato interno. Inoltre, l’Italia ha espresso le proteste più forti sostenendo che si tratta di un “attacco” all’identità e alla cultura italiana, dove il vino svolge un ruolo centrale. In realtà, il vino è stato storicamente considerato, e lo è tuttora, come un alimento in Italia e nei Paesi del Mediterraneo piuttosto che come una bevanda. Il vino è una parte fondamentale della dieta mediterranea che risale alle civiltà e alle loro abitudini alimentari di migliaia di anni fa. Inoltre, il vino è oggi un prodotto chiave nell’economia di Italia, Francia e Spagna, tra gli altri Paesi dell’UE.

Il segretario generale del CEEV (Comité Européen des Entreprises Vins), Ignacio Sánchez Recarte, ha commentato che la bozza di regolamento irlandese è in contrasto con il diritto comunitario e con le regole del mercato unico dell’UE e che anche la stessa Irlanda ne è consapevole. L’unica parte dell’equazione che non l’ha riconosciuto sembra essere la Commissione europea. Sánchez Recarte continua a dire che si spera in una discussione più approfondita sull’argomento per mantenere l’armonizzazione della legislazione dell’UE e un mercato unico unificato per evitare restrizioni e problemi commerciali. Tuttavia, il CEEV ritiene che a questo punto si possa fare ben poco.

Un’altra argomentazione addotta dagli Stati membri contrari è che il vino viene consumato moderatamente nei Paesi mediterranei rispetto a quelli nordici. Ciò significa che un consumo moderato di vino non ha lo stesso impatto sulla salute di un consumo eccessivo di alcolici nei Paesi nordici. Questo non vuol dire che il vino sia sano, dopotutto è una bevanda alcolica, ma c’è una differenza tra il consumo moderato di vino e birra e il grande consumo di alcolici. Come dire… un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno.

Altre considerazioni sulla salute

Se guardiamo un po’ più da vicino al vino in relazione alla salute pubblica, è stato spesso sostenuto che “gli antiossidanti presenti nel vino rosso, chiamati polifenoli, possono aiutare a proteggere il rivestimento dei vasi sanguigni del cuore”, in particolare il polifenolo chiamato resveratrolo. Il vino potrebbe quindi contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiache, ma le opinioni in merito sono molto contrastanti. In generale, la ricerca ritiene che i modelli di consumo e la combinazione con il cibo siano i fattori principali per cui il vino possa avere un qualche tipo di “effetto cardioprotettivo”. Il vino è pur sempre una bevanda alcolica e i polifenoli si trovano in quantità maggiori in alimenti di origine vegetale come “mirtilli, fragole, mele, cipolle, cioccolato fondente e tè” che lo rendono più salutare. Il vino ha comunque un effetto conviviale, che crea legami umani e impegno, creando una comunità. L’aspetto sociale è infatti un fattore importante per il benessere delle persone.


Cosa succederà ora…

è molto probabile che il regolamento irlandese entri in vigore. Sempre più Stati membri dell’UE si stanno opponendo alla bozza di regolamento irlandese sull’apposizione di avvertenze sanitarie sulle etichette delle bottiglie di vino, ma a questo punto potrebbe non cambiare molto. Tuttavia, si tratta di un regolamento che entrerà in vigore in Irlanda e non è ancora certo che possa costringere altri Paesi dell’UE a etichettare le bottiglie con avvertenze sanitarie prima di entrare in Irlanda. È ancora da vedere se si tratta di un’iniziativa che verrà attuata da molti altri Paesi, perché il vino è ancora un prodotto di qualità superiore che fa parte della cultura quotidiana in molti Stati membri. Ciò non significa che non si debbano migliorare la legislazione e i processi armonizzati per quanto riguarda le misure sanitarie e le informazioni sul vino e sulle altre bevande alcoliche. La salute pubblica è importante per tutti noi. Tuttavia, il vino fa anche parte della cultura generale.

Speriamo nella soluzione migliore per un mondo migliore e più sano, ma anche per lo sviluppo ideale del settore vitivinicolo”.

Scritto da Katarina Andersson.

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