Tradizione, Rivoluzione in poche parole riscoprire la nostra arte Arte 

Chi di voi conosce Montemaggio da tempo sa benissimo quanto siamo interessati alla ricerca e al recupero di quelle che sono le tradizioni della terra del Chianti Classico e quanto essere fedeli ad un approccio prettamente tradizionalista (almeno per quanto riguarda i nostri Chianti Classico) sia di vitale importanza.
Questa voglia di rimanere sempre in bilico tra la tradizione e la rivoluzione ci ha spinta ovviamente a chiederci cosa potessimo fare per differenziarci recuperando una fetta importante passato.
Un passato, il nostro, che è ricco di soprese.

Una di queste è sicuramente stato il Pugnitello.

Il Vitigno

Vitigno reintrodotto da noi 13 anni fa e recuperato dall’università di Firenze.
L’origini del vitigno Pugnitello ha un che di misterioso, si pensa che provenga dalla zona del Grossetano.
Si sono ipotizzate parentele con il Montepulciano anche se vi si differenza per produttività, che nel Pugnitello è molto bassa e per ovviamente anche per la forma del grappolo.

Quest’uva infatti prende il proprio nome proprio dalla forma del grappolo che ricorda un pugno chiuso.

“Il vitigno Pugnitello ha una foglia media, pentagonale e pentalobata. Come dicevamo il grappolo è compatto, tendenzialmente piccolo e piramidale”. Per quanto riguarda gli acini questi hanno “forma sferoidale e dimensioni medie con una buccia spessa e consistente di colore blu-nero e piuttosto pruinosa”
Analizziamo ora la diffusione di quest’uva.
Il Pugnitello è diffuso in tutta la Toscana, ma ammettiamo che dal nostro punto di vista ha trovato la propria casa all’interno della regione del Raddese.

Radda in Chianti

Radda in Chianti è la sottozona (UGA- Unità Geografica aggiuntiva) del Chianti Classico che risulta avere un altitudine media più elevata 500-700 s.l.m.
Ed è il Pugnitello si sviluppa qui con eleganza, dimostrando nobilità, freschezza e un tannino croccante ma mai invadente.

Questo vitigno autoctono ha una buona vigoria e una produzione media con un’epoca di raccolta estremamente tardiva (almeno nelle nostre zone) all’incirca dopo la seconda settimana di novembre. Ciò complica sicuramente il rapporto tra viticoltore e il pugnitello, in quel particolare periodo dell’anno si hanno frequenti precipitazioni e la importante densità dei chicchi di quest’uva crea ovviamente problemi.

Il pugnitello andrà ad assorbire in maniera davvero importante l’acqua e l’uva sarà esposta particolarmente a malattie fungine.

Dal Pugnitello si ottiene un vino di colore rosso rubino molto inteso caratterizzato da belle tonalità violace., All’olfatto si presenta leggermente erbaceo con sentori di frutta matura, note di mirtillo, chiodi di garofano e tabacco, mentre all’aspetto gustativo rivela un gusto pieno, sostenuto da una elevata gradazione alcolica, tannini fini in qualità ma ottima croccantezza e una buona acidità. Notevole il finale che ricorda il burro.

Parliamo di Cibo vino

“Il Pugnitello si può accompagnare con piatti robusti, in particolare, i secondi tipici della tradizione toscana: carni rosse, selvaggina, quali lepre e cinghiale, o il maialino di cinta senese arrosto. I vegetariani ne apprezzeranno le qualità sorseggiando il Pugnitello con i formaggi di media e lunga stagionatura, come un Pecorino di Pienza o un formaggio di fossa.”

In Conclusione

Amiamo sperimentare e vedere cosa il nostro Terroir può generare, non vi resta che venire a trovarci per un wine tour e dare un assaggio ai nostri vini.

 

 

Hai trovato questo articolo interessante?

Iscriviti alla newsletter per ricevere i nostri ultimi articoli e notizie.

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati con *