Vi siete mai chiesti chi siano stati in italia i primi popoli coltivatori di vino?

Bene, in questo articolo cercheremo di capire come si sia dapprima diffusa la vite nelle nostre zone e come successivamente un popolo in particolare abbia fatto della produzione di vino uno dei suoi business principali.

I Nuovi Studi

Recenti studi dimostrano come la vite si sia diffusa da prima in Tracia (anche se molto probabilmente essa proviene direttamente dalla Armenia) e successivamente grazie ai fenici, grandi esploratori e navigatori, si è diffusa in grecia e in italia.
Ovviamente i Greci inizialmente crearono coltivazioni di viti nel sud della penisola in quella che veniva definita la Magna Grecia, ma con il passare del tempo anche le popolazioni dell’Italia centrale iniziarono ad occuparsi di viticultura. In particolare, gli Etruschi, furono pionieri in questo campo. In buona parte del Chianti ritroviamo quindi tombe Etrusche di varie dimensioni e importanza, e in molte di esse sono stati rinvenuti semi di vite a riprova del loro forte legame con la viticultura.

Le Origini

Si dice che le prime prove certe riguardo alla produzione di vino risalgano al settimo secolo a.c.
Sono stati rinvenuti manufatti di vario tipo ed in particolare vasi di ceramica che risalgono infatti a quel periodo.
Gli Etruschi erano originari della Toscana (Tuscia) e della parte settentrionale del Lazio anche se il loro dominio si allargò presto in buona parte del centro italia facendo si che le loro tecniche di viticultura si diffondessero rapidamente.
Inoltre, furono i primi “esportatori” di vino: non era raro trovare imbarcazioni Etrusche che solcavano il tirreno dirette in terre straniere per andare a commerciare vino e prodotti tipici.

Le donne del vino

Importante inoltre sottolineare come le donne fossero il cuore pulsante di questa civiltà. Coinvolte nei business in maniera importante, assumevano spesso anche ruoli decisionali e di vitale importanza per il commercio.

Si dice che gli Etruschi coltivassero la vite fin dall’età del Bronzo. Erano riusciti ad implementare la resa di varietà che erano già presenti in natura. Stiamo parlando quindi varietà indigene, selvatiche, di cui in principio raccoglievano solo i frutti. Quando però la civiltà etrusca entrò in contatto con quelle della Magna Grecia permise loro di importare nuovi vitigni e di acquisire nuove tecniche di coltivazione.
I nuovi vitigni vennero inoltre incrociati per innesto con varietà autoctone del centro italia.

 

Winemaking

Per quanto concerne i sistemi di vinificazione non abbiamo documenti che attestino che tipo di tecniche utilizzasse la popolazione Etrusca, ma è plausibile che essendo stati loro ad insegnare ai romani a produrre vino, la tecnica fosse pressoché identica.

Gli Etruschi pigiavano quindi l’uva in pigiatoi detti palmenti, scavati in affioramenti rocciosi naturali situati in prossimità dei luoghi dove si trovavano le viti selvatiche o realizzati nelle vigne all’epoca delle prime coltivazioni. I palmenti venivano coperti con tettoie per ombreggiarli e proteggerli dalla pioggia. I suddetti palamenti consistevano in due cavità poste ad altezze diverse e comunicanti attraverso un canale di scolo. L’uva era pigiata con i piedi nella vasca ed il canale di scolo veniva chiuso con argilla. Dopo la fermentazione e vinificazione si apriva il foro e si lasciava passare il liquido nella vasca inferiore, dove si completava la vinificazione. Le vinacce, nella vasca superiore, venivano pressate con pietre per recuperare il mosto residuo. Il primo mosto veniva in genere consumato subito, mentre il restante veniva versato in contenitori di ceramica con le pareti interne coperte di resina . Il vino veniva lasciato riposare e a primavera era decantato e versato in anfore per il trasporto e la commercializzazione

Qualcosa in più..

Un ultimo, ma sicuramente importante aspetto da considerare, era come gli Etruschi consumassero il vino. Infatti per questa civiltà era parte integrante dei pasti, ma non era esattamente concepito soltanto come una bevanda. Era infatti qualcosa di molto più simile ad un cibo. Venivano aggiunte spezie e talvolta miele o del formaggio.
Come abbiamo già detto era considerato più un alimento che una vera e propria bevanda per accompagnare i pasti.

Capiamo quindi che era un prodotto molto distante da quello che chiamiamo oggi “vino” ma ovviamente dobbiamo a questa popolazione la diffusione della viticultura e delle prime tecniche di vinificazione soprattutto in centro italia.

Di fatto, gli Etruschi sono gli antenati di tutti quei Chiantigiani che adesso produco vino nelle nostre zone mantenendo viva questa tradizione ultracentenaria.

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